Morti sul Lavoro: nulla è cambiato...anzi!

 

(di Michele Martino, Centro Studi Aniv)

 

Ormai ogni giorno è una tragedia annunciata. Un interessante articolo pubblicato dal giornale "Il Fatto quotidiano" illustra con cruda realtà gli errori sinora compiuti in materia di "riforma" dei Servizi ispettivi. Ne consigliamo la lettura seguendo questo link.
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Lo diciamo da mesi: le misure messe in campo dal Governo per frenare l'inarrestabile tributo di sangue che i lavoratori devono pagare per portare a casa il legittimo salario sono insufficienti e del tutto inadeguate. Occorre rivedere le regole e impegnarsi tutti per alimentare una cultura della sicurezza sul lavoro che, nel nostro Paese, stenta a fare breccia nelle priorità degli attori coinvolti. In primis nella cultura degli imprenditori, ma anche nel quotidiano agire di operai e maestranze.

 

Non può esistere un ispettore tuttologo, è ora di metterselo in testa. Non si capisce (o non si vuol capire) che l'unificazione dei servizi ispettivi delle Direzioni provinciali del Lavoro, dell'Inps e dell'Inail, sotto l'ombrello dell'INL, così come operata col D. Lgs. 149/2015, mescolando competenze molto diverse tra loro, non potrà mai funzionare. Bisogna dismettere la politica del costo zero, occorre equiparare le retribuzioni e prendere atto che occorre formare ispettori con competenze diversificate in materia di lavoro e legislazione sociale, di previdenza, di assistenza e prevenzione antinfortunistica. La moltitudine di norme (che vanno snellite) non consente al singolo funzionario di espletare con efficacia l'attività di verifica e controllo del rispetto delle regole nei (complessi) adempimenti in materia di lavoro e previdenza sociale.

Purtroppo, come se già questo non bastasse, con il D.L. 146/2021 si è stabilito di estendere agli ispettori funzionalmente diretti dall'Ispettorato nazionale del Lavoro le competenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sinora di pertinenza del personale delle ASL e di qualche centinaio di ispettori c.d. "tecnici" in forza all'INL stesso. Con ciò sbandierando ai quattro venti di aver potenziato i controlli per la prevenzione degli infortuni e delle morti sui luoghi di lavoro.

Come non comprendere che la semplice attribuzione di competenze agli ispettori non tecnici incardinati presso l'Inl, competenze che richiedono una formazione di livello universitario ad hoc (e quindi anni ed anni di studio seguiti dalla necessaria formazione sul campo), non è certo la strada migliore per invertire la rotta poiché questo personale non ha la possibilità di agire in concreto per effettuare verifiche molto complesse e specializzate. Tutt'alpiù potranno essere messi in condizione di controllare la mera presenza della documentazione aziendale in materia (DVR, DUVRI ecc...), sanzionando come previsto dalla recente norma i casi di violazioni. Ma questa non è certo la soluzione dei problemi, anzi potrebbe in taluni casi risultare uno scarico di responsabilità a danno di personale non in grado di svolgere tali controlli. Noi continuiamo a dirlo che non è questa la strada, ma a quanto pare le orecchie di coloro che hanno potere decisionale in questa materia non vogliono intendere. Anzi, a sentire l'ultima l'intervista del Ministro del lavoro Orlando, pare che non si abbia alcuna intenzione di rivedere queste scelte inopportune ed inefficaci. Per questo ci fa piacere ascoltare la voce di altri interlocutori che condividono le nostre preoccupazioni ed il nostro orientamento in questo campo.

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