Stampa

 
Lettera aperta al Presidente degli Stati Uniti, Signor Donald Trump

di Franceso Paolo Rossi, Professore emerito di diritto del lavoro dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Coord. Scientifico del centro Studi ANIV di diritto della previdenza sociale “G. BILLIA

Lettera aperta al Presidente degli Stati Uniti, Signor Donald Trump Casa Bianca Washington USA

 Illustre Presidente, chi Le scrive è un Professore emerito di Diritto del lavoro dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, nato il 2 ottobre 1933 corrente l’Anno Santo straordinario della Redenzione indetto dal Santo Padre Pio XI. Desidero segnalarLe di essere nato in quella cittadina della regione Abruzzo dell’Italia, la quale le ha fornito cravatte splendenti che sono servite ad offuscare la sbiadita e opaca figura della Sua avversaria nella recente competizione elettorale.

Quella cittadina è Silvi Marina e tutti coloro che posso vantare di esservi nati, hanno una tradizione vincente nelle molteplici relazioni in campo politico, economico, prettamente finanziario e culturale. Ho “tifato” così per la Sua elezione a Presidente degli Stati Uniti e mi sono rallegrato nell’ascoltare il Suo discorso sugli obiettivi che saranno oggetto dell’azione di Governo già nel presente. In particolare, sono rimasto felicemente soddisfatto allorchè Ella ha affermato: “l’America ai cittadini americani degli Stati Uniti”! La mia soddisfazione, a riguardo, è contenuta nella certezza di veder anche riconosciuta l’Italia ai cittadini italiani residenti nelle regioni del Friuli-Venezia Giulia, del Veneto e della Sicilia a ragione del fatto che in esse, sotto il “paravento” della NATO, sono installati missili a testate nucleari in presidi di forze militari statunitensi per la manutenzione di questi stessi missili. Ciò costituisce una inutile spesa per gli Stati Uniti d’America e una situazione altrettanto costosa per l’Italia che è costretta a combattere un suo debito sovrano pari a 228 miliardi di euro. Si tratta di un peso, per l’Italia, tanto ingombrate quanto insopportabile, specie nelle relazioni con la Commissione europea circa l’osservanza di rigidi criteri dettati per la stabilità dei bilanci riguardanti i 27 Stati che attualmente formano l’Unione europea. L’eventuale ritiro dei missili nucleari di proprietà degli Stati Uniti certamente non affievolirebbe l’antica e fedele alleanza dell’Italia con gli Stati Uniti, e di contro, avrebbe il pregio di rafforzare l’amicizia del popolo italiano con il popolo russo dell’Unione Sovietica. A mio modesto avviso, sempre con riguardo al Suo assunto dell’America ai cittadini americani degli Stati Uniti, dovrà esser ridiscusso e approfondito il c.d. “Patto Atlantico” nonché la struttura organizzatoria della NATO, ritenendo dereistica ogni ipotesi di guerra nucleare fra le attuali potenze economiche, finanziarie e commerciali del nostro pianeta. Le auguro, pertanto, un ottimo proseguimento nel disbrigo dei problemi tutti che affliggono la maggior parte degli uomini e delle donne – pur sempre fortemente desiderosi di vivere nella pace – in un contesto di politica internazionale da attuare a favore delle persone più bisognose di aiuti per continuare a vivere su questo stesso pianeta terra. Buon lavoro, signor Presidente, con sempre maggiori successi anche per tutti quegli interventi di solidarietà umana che vorrà porre in essere.

Lieto dell’incontro, Le invio cordialissimi saluti. Francesco Paolo Rossi